San Pietro. Chiesa parrocchiale del borgo di Gattinara, Fulvio Caligaris |
![]() |
Martedì 04 Ottobre 2011 16:36 |
A partire dal 1470 la pieve romanica di San Pietro fu ricostruita in stile gotico-lombardo; nel secolo scorso la chiesa fu distrutta e riedificata per la seconda volta in forme neoclassiche. Fulvio Caligaris indaga sui rapporti intercorsi tra la comunità dal borgo e il cardinale Mercurino, gran cancelliere di Carlo V, riferisce sui lasciti e i benefici concessi ai Canonici Lateranensi, si dilunga compilando gli elenchi degli oblatori e dei parroci del Cinquecento fino ad oggi: il volume si rivolge infatti ai suoi concittadini, cui spetta il dovere di finanziare la fabbrica e provvedere alla manutenzione. Corredando il testo con un ampio repertorio di documenti e immagini d'archivio, illustra inoltre la storia del monumento collocandolo nel suo contesto spaziale e temporale. Produce anche una bella simulazione grafica della chiesa quattrocentesca attingendo ai rilievi e ai dati che emergono dalla contabilità di cantiere redatta per le demolizioni ottocentesche. Ma la ricerca condotta sui documento del secolo scorso fornisce i risultati più sorprendenti: emerge la stravagante impostazione neo classica dell'architetto Piero Delmastro, allievo del Bonsignore, che elabora una pianta simbolica formata dalla chiave di San Pietro. Viene in luce un progetto inedito del conte Edoardo Arborio Mella, che nel 1867 propose una radicale trasformazione del tempi o in stile rinascimentale "alla Bramante". E' noto che lo studioso vercellese, rifacendosi a Viollet Le Duc (come il D'Andrade), restaurò in stile romanico e gotico il duomo di Casale, la basilica di Sant'Andrea a Vercelli, le cattedrali di Chieri, Saluzzo, Susa, Ventimiglia. I disegni di Gattinara riflettono pertanto le contraddizioni generate dal grande dibattito che negli stessi anni si sviluppò sul restauro dei monumenti e spiegano le ragioni che indussero il Mella a interrompere l'incarico nel 1882 con il pretesto dell'età avanzata e, di fatto, a rinnegare il suo progetto. Nel 1880 compare sulla scena il vero protagonista della nuova parrocchiale: l'architetto Giuseppe Locarni, singolare figura di imprenditore e amministratore, più volte sindaco di Vercelli e consigliere provinciale, presidente della Camera di Commercio di Torino. Egli supera il problema delle varianti stilistiche e realizza una cupola leggera in metallo di 25 metri di luce (di poco inferiore a quella della Mole Antonelliana) impiegando una struttura portante in ferro e ghisa rivestita da un doppio guscio di muratura. Si noti che le 24 centine e i tiranti sono forgiati nella sua officina e fonderia meccanica di Vercelli dai novanta operai che erano alle sue dipendenze. Poiché la Tour Eiffel è del 1886, la cupola di Gattinara entra a pieno titolo nella storia dell'architettura europea e la ricerca di Caligaris acquista un ulteriore merito, segnalandosi per l'inedita documentazione prodotta sul Locarni.
|